MARKET REVOLUTION - 16.11.2016
Sul bitcoin se ne sentono tante. Già dai nomi: moneta elettronica, moneta virtuale, criptovaluta. C’è chi lo usa per fare acquisti, chi come bene rifugio (tipo l’oro) e chi invece ci gioca in Borsa come fa con le altre valute.
Quando si pensa al bitcoin, sarà per il simbolino della B dorata attraversata da due stecchette che scimmiotta l’icona del dollaro, è come si se pensasse a un’azienda. Una sorta di multinazionale dei pagamenti, che ha sede in un remoto altrove, dove stampa moneta virtuale a manetta. “Invece è un’innovazione scientifica – spiega Marco Amadori, ex ricercatore della Fondazione Bruno Kessler di Trento e tra i primi in Italia a interessarsi al bitcoin, oggi ceo dell’azienda italiana inbitcoin -. È più simile al teorema di Pitagora che a Facebook”.
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